La festa degli ex allievi

Cresciuti gli iscritti alla scuola di via Gavazzeni.

Don Rota: gli imprenditori vengono a chiedere personale

 

Oltre ogni emergenza pandemica e con il cuore tutto concretezza e solidarietà. Le campane del Patronato San Vincenzo di Bergamo suonano a festa. La voce di don Davide Rota, superiore del centro di via Gavazzeni, nell’illustrare i dati del 2020-21 si accende di soddisfazione.

L’occasione per tracciare un bilancio è la festa degli ex allievi. «Pur nell’anno del Covid – ha esordito – i risultati sono stati positivi, la scuola si è organizzata bene, l’insegnamento a distanza è stato mitigato da quello in presenza, abbiamo aumentato gli iscritti e ci sono dati molto soddisfacenti anche riguardo agli ospiti». Per quanti sono assistiti dal Patronato, le difficoltà si chiamano lavoro e permesso di soggiorno.

Ma anche qui suonano note felici:«Quando il Covid è partito – ha proseguito don Rota – il 40 per cento non aveva il permesso di soggiorno e il 60 per cento non lavorava, adesso, un anno dopo, solo il 10 per cento non ha il permesso di soggiorno e l’80 lavora». E, dato non meno rilevante, «gli imprenditori vengono a chiederci personale».

A tenere campo è stata anche la questione dell’emergenza abitativa: «Stiamo esternalizzando alcuni ospiti che abbiamo aiutato in situazioni di emergenza – ha spiegato don Rota– ; una parte li collocheremo in appartamenti e centri dove saranno avviati all’autonomia, stiamo anche valutando di prendere noi case in affitto in cui inserirli garantendo per loro».

Positivo anche il dato delle circa mille persone che frequentano le Messe di sabato e domenica, frutto di una «apertura agli esterni introdotta di recente». Spalle larghe, quindi, per un futuro che pone subito davanti due obiettivi chiari. Il primo è avviare il processo di beatificazione del fondatore della struttura, don Giuseppe Vavassori, per tutti don Bepo.

A occuparsene sarà soprattutto don Arturo Bellini, giunto di recente al centro di via Gavazzeni. Il suo primo atto è stato la redazione di un questionario in cui chiede a ex allievi e a persone che hanno conosciuto il sacerdote di fornire testimonianze o ricordi personali. Secondo obiettivo, la ristrutturazione dell’edificio vincenziano che, ha concluso don Davide, «ha problemi soprattutto per la presenza di amianto sul tetto».

 

Articolo di Cristiano Comelli su L’Eco di Bergamo