Il 18 ottobre don Davide insieme a Gabriele Di Marco, progettista dell’Opera Diocesana Patronato San Vincenzo, sono partiti per la Bolivia in visita alla Ciudad de los Niños.

 

 

Al loro arrivo sono stati accolti da Fulvio Diploma, Direttore della Ciudad e accompagnati alla comunità che si trova a ben 2.500 metri sopra il livello del mare, dove il personale e i bambini hanno organizzato una festa di benvenuto.

 

 

Dopo la festa di benvenuto la visita è iniziata dalle casette dove vengono accolti i bambini, insieme a Jesus Palacios, esperto e professore di Psicologia dello sviluppo che ha condotto numerose ricerche sull’adozione nazionale e internazionale.

Palacios era in visita alla Ciudad per vedere il modello innovativo di accoglienza che permette di accogliere fratelli e sorelle in piccole casette, accompagnati da un’educatrice che ricopre la figura materna e li accompagna nella crescita.

Dopo il pranzo sono andati all’Inter Campus Bolivia dove hanno incontrato Massimo Casari che dirige il Centro Sportivo e Ricreativo che coinvolge circa 200 bambini provenienti da aree periferiche.

Grazie alla collaborazione con Casari è stato possibile avviare una scuola calcio all’interno della Ciudad per coinvolgere i bambini in attività sportive e in contemporanea offrire loro supporto educativo.

 

 

A fine giornata si è tenuta la Messa Solenne celebrata da don Davide con la grande partecipazione dei bambini e del personale della Ciudad de los Ninõs.

Gabriele nei video che abbiamo pubblicato sui social ci ha mostrato un luogo molto importante proprio accanto alla Chiesa della Ciudad de los Niños, ovvero la tomba di Padre Berta fondatore della Ciudad de los Niños. Ha scelto di essere sepolto in questo luogo, il punto più alto della Ciudad, per restare per sempre a fianco dei suoi bambini.

 

 

Le visite sono proseguite il secondo giorno partendo dalla Casa Circustancialla casa delle emergenze che accoglie bambini 24 ore su 24 affidati dagli assistenti sociali boliviani. Qui i bambini possono restare per un periodo di tempo limitato, poi in base ad un’attenta valutazione della situazione familiare da parte dell’equipe educativa, faranno ritorno nella loro famiglia di origine o affidati ad una famiglia sostituta.

A proposito di famiglia sostituta, Fulvio e Gabriele hanno fatto visita anche a una mamma che fa parte del programma dal 2019 e in questi anni ha accolto e aiutato ben 21 bimbi.
Quello delle famiglie sostitute è uno dei progetti più importanti per la Ciudad de los Ninos, il programma permette di accogliere in un contesto famigliare bambini da 0 a 5 anni che hanno perso i propri genitori o sono stati vittime di violenza.

Non poteva mancare anche la visita alla Casa famiglia fondata da Danilo Gotti, missionario bergamasco che da anni ha dato vita a l’unica realtà boliviana che si occupa di disabilità.

Continuando poi alla Casa Gelmi e alla Casa Emmaus, le case per i ragazzi e le ragazze che si avviano a vivere in autonomia. È stato sorprendente vedere come in queste case ci siano foto storiche di don Bepo e dei primi missionari bergamaschi venuti in Bolivia, dimostrando come queste persone abbiano fatto tanto bene per la terra boliviana lasciando un segno indelebile.

 

 

 

Ecco qualche foto celebrazione eucaristica di domenica 23 ottobre e della merenda organizzata da don Davide per i bambini.

 

 

Don Davide, Fulvio e Gabriele sono andati anche in Chapare (Zona centrale della Bolivia immersa nel cuore della foresta Amazzonica) in visita ai bambini reinseriti nella loro famiglia di origine. Lungo il tragitto hanno fatto tappa a Melga per salutare don Gianluca Mascheroni e visitare il santuario dove riposa don Berto Nicoli.

 

 

Il giorno prima della partenza hanno fatto visita alla Scuola don Bepo Vavassori che va dalle elementari fino alle superiori con indirizzi professionali, continuando il giro di saluti anche in tutte le 9 Casette della Ciudad de los Niños dove abitano i bambini. Di sera si è tenuta la Messa di saluto con il Vescovo Eugenio Coter e padre Basilio, e successivamente una festa per dare un grande abbraccio a tutti quanti prima di ritornare in Italia.